Cari fratelli,
la Pasqua ormai imminente ci esorta ad affrettare il nostro cammino di conversione e di purificazione del nostro animo, così da poter celebrare degnamente la settimana santa.
La conversione è come l’Esodo, ce lo ricorda Isaia, ed è un evento che bisogna continuamente rinnovare, perché l’incubo della schiavitù è sempre all’orizzonte.
L’esercizio e la coltivazione della vita interiore rende l’esperienza cristiana come una corsa, inadatta a chi è pigro, scettico o imbolsito dall’indifferenza.
L’esodo-conversione ha una meta: la Pasqua di Cristo che tutto trasforma.
Tutti gli altri valori perdono di importanza.
Paolo ci dice: ” Per Cristo tutto io reputo una perdita, una spazzatura, al fine di guadagnare Cristo con la speranza di giungere alla resurrezione”.
Il cristiano sa operare una scelta di valori secondo scale e misure ben diverse da quelle proposte dal mondo.
“Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Umiltà e misericordia, coscienza del proprio limite e bontà sono binomi inscindibili.
Questa povertà di spirito è la radice del perdono.
Il Vangelo di oggi è anche un canto alla fiducia: Dio perdona sempre chi ha il cuore contrito, perché Cristo non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori e perché Dio non vuole la morte del peccatore ma che egli si converta e viva.
Scriveva Bernanos: “Ho perso l’innocenza dell’infanzia, ma la posso riconquistare attraverso la santità”.
L’adultera, creatura umile, pentita e fiduciosa, se ne va in pace perché ha ritrovato la sua purezza.
E anche l’ipocrisia dei suoi giudici se ne va, ma è solo un cammino verso la confusione.
Sono incapaci di condividere l’eterna scommessa di Dio che spera sempre nel ritorno dell’uomo peccatore.
A tutti una buona settimana.
Don Emilio