Cari fratelli,
oggi, 1gennaio, celebriamo Maria Madre di Dio.
Per mezzo di lei il Figlio di Dio entra in un popolo, in una legge ed in una prassi religiosa divenendo pienamente fratello di ogni uomo che nasce a questo mondo.
È così che la carne ed il tempo di ogni uomo sono consacrati.
D’ora innanzi ogni uomo è figlio di Dio e può gridare: “Abbà, Padre”.
È anche la giornata tradizionalmente dedicata alla pace, luminosamente celebrata nella benedizione sacerdotale della prima lettura.
Preghiamo dunque perché il Signore elargisca al nostro mondo sfiduciato e stanco la sua pace, quella che solo Lui può dare.
Domani, 2 gennaio, celebreremo liturgicamente la seconda domenica dopo il Natale.
Le letture proposte in questa domenica ci suggeriscono che la radice della fede cristiana è riconoscere Cristo quale prova dell’interesse e della ricerca di Dio nei confronti dell’uomo.
Il mistero del credere è legato a questa prima constatazione: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito”.
K. Barth ha ribaltato il detto cartesiano “cogito, ergo sum” (penso, dunque esisto) in “cogitor, ergo sum” (sono pensato da Dio, dunque esisto).
Ora l’uomo deve aprirsi a questo richiamo; deve rispondere alla voce che risuona nella sua coscienza.
E questa risposta esige distacco, coraggio, ricerca, fede e speranza.
Ma purtroppo chi è occupato solamente dal presente, non sente il bisogno di andare a Betlemme; chi ha fatto della terra la sua residenza definitiva, non aspetta la città futura e si spegne nell’idolatria del presente e delle cose.
A tutti una buona settimana.
Don Emilio