Cari fratelli,
giovedì prossimo sarà tra di noi alle ore 21 don Gianluigi Corti, insigne biblista, per parlarci di questo sacro testo, come si è formato e come è stato considerato dalla Chiesa, quale parola di Dio che si rivela agli uomini.
È un ciclo di quattro lezioni che avranno cadenza mensile.
Vi invito caldamente a partecipare per scoprire le radici della nostra fede ed acquisire consapevolezza di quanto queste pagine vogliono comunicarci.
Ed ora un breve commento alle letture che oggi ci vengono proposte: è significativo il dato della presenza di Dio che le segna.
Sofonia per due volte ripete: “il Signore è in mezzo a te”.
Il ritornello del salmo responsoriale esclama: “viene in mezzo a noi il Dio della gloria”.
Paolo scrive ai filippesi: “il Signore è vicino” ed il Battista gli fa eco: “viene uno”.
Il cristiano non è più dunque un nomade solitario che si aggira in una landa desolata, ma vive alla luce di una presenza.
È però una presenza esigente: non vuole solo consolare; vuole anche impegnare; è un appello e un invito a fare che si concretizza negli impegni di giustizia ed amore, i cardini della conversione cristiana.
Il Battista presenta Cristo come colui che immerge in un bagno di fuoco e come colui che ripulisce l’aia destinando la pula inutile ed impalpabile al fuoco.
Certamente Cristo privilegerà la dimensione del perdono e dell’amore.
Tuttavia Egli non ha cancellato il giudizio che alla fine dei tempi si abbatterà su ciascuno di noi.
Se è vero che il lezionario odierno è attraversato dalla gioia, cionondimeno il Signore si rivelerà come implacabile accusatore delle nostre ipocrisie.
Ma più che del giudizio di Dio, dobbiamo avere paura del suo amore deluso e tradito, come ha più volte scoperto Israele nel suo volgere le spalle al Dio che lo ha liberato dal giogo dei suoi nemici.
A tutti una buona settimana.
Don Emilio