07 NOVEMBRE 2021

Cari fratelli,

le letture di oggi ci infondono un grande insegnamento: non esistono creature insignificanti agli occhi di Dio.

Anzi la vedova dimenticata di Zarepta e quella ignorata da tutti nel tempio sono parimenti oggetto della premura e dell’interesse di Dio più dei personaggi segnati negli annali della storia e nelle epigrafi delle targhe commemorative.

La storia della salvezza passa attraverso un popolo debole, umiliato e dimenticato: ciò che è nulla confonde ciò che è potente e nobile, ricorda Paolo ai cristiani di Corinto.

L’amore non si misura sulle quantità economiche ma sulla qualità interiore.

L’ultimo pugno di farina ed i due spiccioli, se dati con amore, sono preziosi più di tutti i beni della terra.

L’unità di misura della dignità nella Chiesa non si basa su parametri di censo, di prestigio e di potere ma solo sulla donazione di sé.

Gli scribi, i funzionari, gli osservanti ipocriti della religione; quelli che abusano del nome cristiano per coprire le loro corruzioni ed ingiustizie, anche se hanno i primi posti nelle chiese e nelle assemblee e persino nella storia, non interessano a Cristo.

Anzi riceveranno una condanna più grave (Vangelo).

La Chiesa, che nasce da un atto d’amore infinito, il sacrificio di Cristo (II lettura) deve adottare lo stesso atteggiamento di Dio nel suo comportamento e nelle sue preferenze.

Illuminante a tal proposito è il salmo 146 (145) usato come salmo responsoriale, là dove recita: “Il Signore sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre”.

È il ritratto più fedele di Dio; è il disegno delle sue scelte e dovrebbe trasformarsi nel nostro ritratto.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio