Cari fratelli,
proseguiamo il nostro cammino di preghiera in suffragio per i nostri cari defunti con il doppio appuntamento feriale.
Il sacerdote Gesù è il mediatore perfetto tra l’umanità fragile e la grandezza di Dio, proprio perché è sia uomo sia Figlio di Dio.
La figura di Cristo sacerdote deve dominare ogni nostra meditazione sul sacerdozio ministeriale e su quello comunitario che sono partecipazione ed estrinsecazione dell’unico sacerdozio liberatore e perfetto: quello di Cristo.
La mediazione di Cristo diventa allora radice della liberazione dalla nostra cecità, una malattia simbolica, oltreché reale, perché esprime l’assenza della luce.
La guarigione dalla cecità diventa così segno della salvezza fisica ed interiore.
“Va, la tua fede ti ha salvato”.
La comunità del popolo messianico non è composta di forti, di potenti, di autosufficienti, ma di fragili, di zoppi, di ciechi, che ogni giorno hanno bisogno di invocare la misericordia del Signore per i propri peccati.
Ed è a noi che è rivolto il volto paterno e salvatore di Dio.
“Coraggio, ti chiama”, dicono i discepoli al cieco del Vangelo.
Ma la stessa esortazione viene rivolta a ciascuno di noi.
A noi tutti è rivolto l’amore di Dio, perché da noi nasca la nuova umanità redenta.
A tutti una buona settimana.
Don Emilio