Cari fratelli,
il Signore oggi, attraverso le letture proposte, ci chiede di operare una scelta, quella decisione cioè che definisce la storia autentica di ogni persona.
Una scelta spesso drammatica, lacerante, vissuta ripetutamente.
La decisione per lo scandalo dell’umiltà contro l’illusione dell’orgoglio e del potere; la decisione per il Dio vivente ed esigente contro gli idoli morti ma comodi e seducenti; la decisione per l’amore totale contro l’egoismo nella vita ecclesiale e matrimoniale.
La libertà è il cuore della fede e della morale.
Abbiamo più volte detto che il servire secondo la Bibbia significa adesione personale e spontanea.
Il “volete andarvene anche voi?” di Gesù è illuminante.
Non si costruisce mai una vera fede se non sulla piena educazione alla libertà.
Una libertà non solo da qualcosa o da qualcuno, cioè da condizioni esteriori ed interiori, aspetto questo negativo anche se fondamentale della libertà; ma anche libertà per qualcosa e per qualcuno, nella donazione positiva a Dio ed ai fratelli.
La libertà di Gesù deve essere contagiosa anche per il cristiano; deve attraversare le persone, deve percorrere le istituzioni ed essere l’anima della Chiesa.
La libertà è il rischio.
Può anche sfociare nel tradimento, come per Giuda; come per i discepoli che si tirano indietro; come per l’Israele peccatore e mormoratore.
La misura dell’autentica libertà è poi nell’amore (Ef 5).
“Responsabilità e libertà sono concetti che si corrispondono reciprocamente. La responsabilità presuppone la libertà e questa non può consistere se non nella responsabilità. La responsabilità è la libertà data agli uomini unicamente dall’obbligo che li vincola a Dio ed al prossimo” (D. Bonhoeffer, Etica).
Don Emilio