11 LUGLIO 2021

Cari fratelli,

il tema delle letture di oggi è la missione, cui tutti i membri del popolo santo di Dio sono chiamati, senza alcuna eccezione.

Il discepolo è missionario di Cristo, libero, non condizionato da schemi o da interessi, da giochi politici o sociali, ma legato unicamente alla fedeltà alla Parola.

La sua donazione è totale; il suo disinteresse è indispensabile, per non essere funzionari o burocrati del sacro (né pane, né bisaccia, né denaro).

La missione conosce anche il rifiuto, pure da parte di uomini apparentemente religiosi, come il sacerdote Amasìa per Amos.

“Se in qualche luogo non vi riceveranno, andatevene”.

L’apostolo annuncia un solo messaggio: il mistero della ricapitolazione in Cristo di tutto l’essere.

Come Amos annuncia solamente la parola di giustizia di Dio, così i discepoli proclamano solamente la conversione e la salvezza.

Paolo celebra l’elezione, la predestinazione, la rivelazione, l’eredità, la redenzione, il dono dello Spirito.

In una parola Cristo e la salvezza.

Se i genitori, come dice il Vaticano Il, sono i primi araldi della fede per i loro figli, tutti i credenti sono profeti e missionari.

“La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria” (Apostolicam Actuositatem, n.2) e “ad ogni discepolo di Cristo incombe il dovere di diffondere, per quanto gli è possibile, la fede (Lumen Gentium, n.2).

Paolo nella prima lettera ai Corinti esclamerà: “Guai a me se non annunciassi il Vangelo”.

Don Emilio