Cari fratelli,
ricorre oggi la festa di S. Giovanni Bosco, sacerdote piemontese, primo di una grande schiera di santi che nell’ottocento illustrarono quella chiesa particolare.
Egli seppe parlare ai giovani con un linguaggio nuovo, al passo con le esigenze di allora, e che incontrò immediatamente grande favore.
Possa egli illuminare le menti anche dei nostri giovani, che purtroppo spesso sentono come ostile ed alienante il messaggio di Cristo.
Le prime due letture di oggi ci parlano di profezia e di verginità: non sono queste nella visione biblica istituzioni ufficiali o stati di vita, ma esperienze di vita e doni che hanno la finalità di esaltare al massimo grado la donazione a Dio ed ai fratelli.
Il criterio di verifica della loro autenticità è, quindi, l’amore.
Gesù è profeta perfetto in quanto Parola definitiva di Dio: il suo insegnamento è lampada ai nostri passi nel cammino della vita.
I due poli sui quali verte la nostra riflessione sono, da un lato, la Parola di Dio rivolta all’uomo e, dall’altro, le mutevoli e concrete situazioni in cui essa viene accolta ed incarnata.
Gesù è profeta potente in opere: celebra la sua missione di salvatore dell’uomo integrale e ricostruisce la mappa meravigliosa della creazione originale.
Anche l’uomo che sana le miserie della società ed opera per la giustizia è artefice del Regno.
Gesù resta però un profeta misterioso.
Il vangelo di Marco è la storia di un lento itinerario dall’oscurità alla luce.
Un cammino faticoso che conosce luci ed ombre, come il nostro cammino, che raggiungerà la pienezza nel mattino di Pasqua.
Martedì, festa della Presentazione al Tempio di Gesù, giornata in cui tutte le persone consacrate ricordano la loro dedicazione, benediremo le candele, da portare a casa.
Mercoledì, memoria di S. Biagio, ci sarà la benedizione della gola.
Don Emilio