Cari fratelli,
domani, festa della conversione di S. Paolo, Apostolo delle genti, si conclude l’ottavario di preghiera perché tutti i cristiani ritrovino l’unità perduta per contingenze storiche o per superbia ed egoismo umani.
E proprio oggi le letture che ci vengono proposte dal lezionario festivo ci dicono che l’annuncio del vangelo non conosce confini, risuona in tutto il mondo.
Dio non ha preferenze di persone, ma si rivolge anche a chi sarebbe escluso come inutile ed indegno dalla grettezza e dalla ottusità dell’uomo.
La giustizia di Dio è vinta dalla misericordia, la sua carta da visita.
Il contenuto del nostro annuncio contiene due articoli di fede: la certezza che Dio è vicino con un progetto d’amore da attuare nella storia (il Regno è vicino) e la risposta di fede (credete al Vangelo) e di vita (convertitevi!) che l’uomo deve offrire al suo Dio.
I Niniviti ed i discepoli di Cristo rappresentano il modello dell’ascolto-obbedienza all’annuncio di salvezza,
Alla luce dell’annuncio si riesce ad identificare il vero senso della vita e dei valori che si avvicendano sulla scena di questo mondo.
Le scelte allora si trasformano e si centrano sui tesori che né tignola né ruggine possono consumare né ladri possono rubare.
Pascal, mistico e teologo del ‘600, scriveva: “l ‘uomo non è degno di Dio, ma è capace di esserne reso degno. È indegno di Dio, che si unisce all’uomo miserabile; ma non è indegno di Dio di levarlo dalla sua miseria”.
Domenica prossima è la festa di S. Giovanni Bosco, patrono della gioventù.
Purtroppo vivremo questa festa in sordina, a causa del perdurare dell’epidemia che ci affligge.
Preghiamo don Bosco perché protegga i nostri giovani duramente colpiti e privati da ogni vita sociale.
Don Emilio