Cari fratelli,
le letture di oggi ci vogliono dire che il silenzio di Dio è infranto dalla sua Parola creatrice.
Presentando il cosmo come frutto di un intervento diretto di Dio e non come principio a lui antitetico, la Bibbia ci invita ad un rapporto positivo con il creato, il nostro orizzonte terreno.
È indispensabile per il cristiano ricuperare la sua vicinanza alla terra, segno di Dio, come del resto papa Francesco spesso sostiene.
L’eredità francescana è profondamente cristiana e la difesa della natura e del giardino della terra dev’essere un impegno per tutti noi.
L’inizio del Vangelo di Giovanni, che abbiamo incontrato anche a Natale nella messa del giorno, ci presenta un silenzio che permane: è il silenzio del rifiuto, della tenebra e del peccato.
C’è però anche un silenzio colmo di speranza, in cui la Parola può germogliare.
È il silenzio nel quale Dio ci parla.
Per cogliere questa voce è necessario ascoltare la propria coscienza nel silenzio di una notte che si apre all’alba della fede.
In settimana celebreremo pure la festa dell’Epifania, canto dell’universalismo e dell’azione missionaria, alla quale la Chiesa è chiamata.
È la festa della luce e della gioia: la narrazione evangelica ne è tutta costellata.
La gioia della ricerca e la gioia che emana dalla fede dovrebbero essere i continui connotati del credente, che pure attraversa come i magi l’oscurità delle notti senza stelle.
È la rivelazione di Dio: la scoperta dei segni dei tempi, cioè dello svelarsi divino nel presente è indispensabile per alimentare la fede.
Il rito del bacio del Bambino quest’anno purtroppo non può essere celebrato per gli evidenti motivi legati alla pandemia.
Nulla impedisce che il rito sia celebrato in ambito domestico.
Buon anno a tutti.
Don Emilio