Cari fratelli,
con oggi torniamo ad una certa normalità della vita di fede, dopo le feste dei santi e della Dedicazione della Chiesa, normalità che a fine mese si interromperà di nuovo per l’inizio dell’avvento.
Troviamo oggi nel vangelo la celeberrima parabola delle dieci vergini che vanno incontro allo sposo.
La storia di queste dieci ragazze fa capire quali devono essere le condizioni dei credenti, perché il loro incontro definitivo con Gesù Signore, che porta a compimento il regno dei cieli, sia un evento di salvezza e non di condanna.
In questo quadro interpretativo lo sposo è Gesù che viene alla fine come Signore.
Egli allora si rivelerà come giudice che esclude dalla comunione salvifica quelli che non sono pronti.
Le dieci ragazze che vanno incontro allo sposo con le loro lucerne sono i discepoli la cui luce deve risplendere davanti agli uomini perché vedano le opere buone e diano gloria al Padre.
Sulla base del lezionario di oggi, potremmo identificare le condizioni del fedele per poter entrare alle nozze:
a) l’ansia continua per la sapienza del cuore;
b) l’attesa vigile della speranza;
c) la scelta per la luce della fede;
d) l’olio della giustizia;
e) la fiducia nella risurrezione, come ammonisce Paolo.
Il motivo del ritardo dello sposo è un tema molto sentito nelle Chiesa delle origini, come ci attesta Paolo nella lettera ai Tessalonicesi.
Per questo l’Apostolo invita ad una pazienza-speranza, pronti a scrutare i segni misteriosi dell’agire di Dio, ad attenderlo anche nell’oscurità e nel silenzio, nel dolore e nella lontananza.
La parabola non conosce solamente l’oscurità della notte, ma anche quella della porta chiusa.
C’è un rifiuto di Dio ed un rifiuto dell’uomo che si intrecciano reciprocamente.
La responsabilità di ogni uomo è messa in causa da Gesù il cui messaggio fondamentale è quello dell’offerta della salvezza, cui spesso si associa il rifiuto dell’uomo.
Don Emilio