Cari fratelli,
la solennità dell’Immacolata ci ricorda la speciale predilezione di Dio verso Maria, unica creatura preservata dal peccato originale, cioè da quella contraddizione che mina il profondo della nostra anima.
Essa è chiamata al dialogo di amore con Dio, ma c’è in lei qualcosa di oscuro e di ribelle che la spinge a rifiutarlo, facendo di se stessa il termine ed il fine di ogni amore.
Maria, creatura eletta, ebbe il privilegio unico di essere esente da questa perversione del desiderio.
Fin dal primo istante della sua esistenza, quale essere vivente, Maria è solo grazia, nuova creatura, preventivamente redenta per i meriti di Cristo suo figlio, secondo la carne.
Maria è l’espressione più alta offerta alla creatura umana di partecipare al piano di Dio, cioè al Regno.
Dio non è un solitario artefice di freddi mondi: vuole con la sua creatura privilegiata, l’uomo, edificare una mirabile architettura di amore e di pace nella storia.
Maria è il modello della totale e mai incrinata dedizione a questo pro getto divino, dal primo all’ultimo istante della sua esistenza terrena.
Ogni battesimo cristiano ed ogni riconciliazione sono simili ad una nuova concezione dell’uomo vecchio che torna ad essere nuovo e attivo nel Regno.
L’Immacolata Concezione è anche un segno di purezza.
Come insegna il Nuovo Testamento, la purezza cristiana non è tanto una questione rituale o meramente sessuale.
E invece un atteggiamento interiore globale.
Significativa è l’espressione paolina della seconda lettura della Messa: “Egli ci ha scelti per essere santi ed immacolati nella carità”.
Ed il probabile centro delle Beatitudini è in quella celebre frase “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.
L’adesione del cuore a Dio fa germogliare l’amore.
La purezza di Maria è così la purezza di ogni credente.
Don Emilio