Cari fratelli,
è Pasqua, la Pasqua del Signore.
La proclamazione dell’angelo “è risorto” esprime la fede della Chiesa nel Cristo vivente ed operante nella storia, dopo la sua morte.
Quell’evento, la cui fenomenologia ci sfugge, perché nessuno è stato testimone diretto, segna la nostra vita di salvati.
Le prime testimoni indirette della risurrezione sono le donne, persone inabilitate nel mondo orientale a testimoniare in sede giuridica.
Non si può quindi pensare ad un’invenzione della Chiesa delle origini, ma ad un dato inserito nella stessa trama di quegli eventi straordinari manifestatisi all’alba di quel primo giorno della settimana.
Evento trascendente, la Pasqua del Signore ha lasciato segni nella storia e nel mondo.
Non è più la Pasqua mosaica, antico rito di passaggio, divenuto memoriale della fuga dall’Egitto, ma un evento nuovo la cui portata è incredibile e stupefacente ad un tempo, per l’enorme valenza che investe ciascuno di noi: il Dio che si riveste di carne mortale e si sacrifica volontariamente sull’altare della croce e che, risorgendo, ci chiama tutti a condividere la sua vita divina.
Don Emilio