Cari fratelli,
in questa domenica, terza della Quaresima, Dio rivela a Mosè il suo nome, rifiutandosi però di svelare la sua essenza.
Questo nome impronunciabile non resta un vuoto appellativo, ma viene riempito di significato, perché rievoca l’intervento di Dio nella storia di Israele come liberatore e salvatore.
Cristo poi nel vangelo ci chiama ancora una volta alla conversione, rifiutandosi di allearsi con coloro che vedono nelle disgrazie il dito di Dio, giudice severo ed implacabile.
Tra il Padre e Gesù si instaura un rapporto di intercessione per l’umanità indifferente ed arida.
Abbiamo sempre presso il Padre un Mediatore che tenta di annodare i fili di un dialogo che l’uomo ignora o vuole spegnere.
Cerchiamo dunque di tradurre nella nostra esistenza questi inviti per giungere purificati e rinnovati nello spirito alle celebrazioni pasquali.
Don Emilio