Carissimi Parrocchiani,
concludiamo la presentazione della promessa messianica fatta da Dio a Davide per bocca del profeta Natan, riportando ora il testo della preghiera con la quale Davide esprime a Dio il proprio ringraziamento. È una preghiera molto bella, intrisa di stupore e di gratitudine per grandi benefici ricevuti da Dio.
Il testo riferisce che dopo il congedo di Natan, Davide si raccoglie alla presenza del Signore e si rivolge a lui con queste parole:
“Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore Dio: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è la legge per l’uomo, Signore Dio! Che cosa potrebbe dirti di più Davide? Tu conosci il tuo servo, Signore Dio! Per amore della tua parola e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose, manifestandole al tuo servo (2 Sam 7, 18-21).
Con queste parole Davide riconosce di aver ricevuto molto dal Signore: la sua benevolenza nei suoi confronti è andata al di là di ogni merito e aspettativa. Esprime pure una viva consapevolezza della propria piccolezza: è significativo infatti che per tre volte in pochi versetti parli di sé come servo. Il Signore conosce bene la sua pochezza (“Tu conosci il tuo servo, Signore “) e questo, tuttavia, non gli ha impedito di usargli misericordia: questo perché ha agito in fedeltà alla promessa fatta ai padri (per amore della tua Parola) e in forza di un amore gratuito (secondo il tuo cuore).
La memoria grata dei doni ricevuti apre spontaneamente la sua preghiera alla lode a Dio per la sua grandezza di cuore.
Tu sei davvero grande, Signore Dio! Nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome operando cose grandi e stupende, per la tua terra, davanti al tuo popolo che ti sei riscattato dalla nazione d’Egitto e dai suoi dèi? Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro (2 Sam 7,22-24).
La lode a Dio per i suoi doni diventa anche presa di coscienza della vocazione singolare che Dio ha liberamente ha tributato al popolo di Israele. Lo ha riscattato; lo ha reso sua proprietà, cioè lo ha consacrato a sé; gli ha dato un nome, cioè gli ha dato un’identità che è determinata non da fattori sociali o politici, ma dalla sua appartenenza a Lui. Israele, infatti, è popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro.
La preghiera si conclude con la richiesta che Dio abbia a confermare per sempre la sua promessa:
Ora, Signore Dio, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per sempre e fa’ come hai detto. Il tuo nome sia magnificato per sempre così: “Il Signore degli eserciti è il Dio d’Israele! ‘ La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te! Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d’Israele, hai rivelato questo al tuo servo e gli hai detto: «Io ti edificherò una casa!». Perciò il tuo servo ha trovato l’ardire di rivolgerti questa preghiera. Ora, Signore Dio, tu sei Dio, le tue parole sono verità Hai fatto al tuo servo queste belle promesse. Dègnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è benedetta per sempre!
Don Luigi Pedrini