02 SETTEMBRE 2018

Carissimi Parrocchiani,

dopo aver focalizzato l’amicizia esemplare che si è instaurata tra Davide e Gionata, passiamo ora a una seconda focalizzazione: poniamo attenzione alle virtù che risaltano nell’umanità di Davide e che la rendono luminosa, schietta, lasciando trasparire la fede quale loro anima e centro unificatore.

Sono molteplici le virtù che rendono bella la testimonianza del giovane Davide e lo rivelano come pastore secondo il cuore di Dio.

Anzitutto, la virtù del coraggio. Ne è prova la vicenda del duello da lui sostenuto con Golia nel quale si espone prontamente al pericolo, non li lascia bloccare dalla paura che teneva in scacco tutti gli israeliti. La sua testimonianza di coraggio non nasce da spavalderia o da esuberanza giovanile come insinua il fratello maggiore. Nasce, invece, dall’atteggiamento tipico del credente che ha la certezza di poter sempre contare su Dio. Sono emblematiche le parole che Davide pronuncia prima di affrontare il duello: “Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo filisteo (1 Sam 17,37); “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore” 1 Sam 17,45). Rivelano su quale fondamento poggia il coraggio del credente: egli non è un eroe o un superuomo; è solo un uomo di fede che ripone in Dio tutta la sua speranza.

Insieme al coraggio risplende anche la virtù della lealtà. Possiamo intendere questa virtù come un muoversi in trasparenza, senza secondi fini, né infingimenti e ugualmente come fedeltà alla parola data. Tutto questo si vede bene nel suo rapporto di amicizia con Gionata. Davide manifesta all’amico i suoi timori, le sue intenzioni: non gli nasconde nulla. L’impegno che si era preso con lui di usare sempre benevolenza verso la sua famiglia mantiene fino alla fine della sua vita. Anche quando patirà sofferenze e umiliazioni proprio da persone che appartengono alla famiglia di Saul, egli userà sempre nei loro confronti un atteggiamento di misericordia proprio per rimanere fedele alla promessa fatta all’amico.

Oltre al coraggio e alla lealtà dobbiamo ricordare la virtù della pazienza. Questa virtù risplende nella capacità di Davide di rispettare i tempi ‘lunghi’ di Dio. Quanto tempo passa dal momento in cui Samuele lo consacra quale successore di Saul e il momento in cui comincia a regnare. Quanti anni e quante vicissitudini!

Ma di questo parleremo la prossima volta.

Don Luigi Pedrini