4 MARZO 2018

Carissimi Parrocchiani,

lasciamo per il momento le vicissitudini di Davide e ritorniamo a Saul per riferire gli ultimi avvenimenti della sua vita.

Mentre Davide vive esule nel deserto, Saul continua a regnare ossessionato più dalla preoccupazione di far morire Davide ritenuto un pericolo per il regno, piuttosto che di difendersi dai Filistei che sono, in realtà, il vero pericolo per gli Israeliti.

Pur avendo momenti di lucidità in cui si rende conto dell’ingiustificata persecuzione che sta portando avanti nei confronti di Davide, tuttavia il sospetto e la gelosia hanno in lui il sopravvento. E così il suo animo è sempre più in preda al turbamento: si sente solo, ha l’impressione di non essere compreso, di essere tradito da tutti, persino da Gionata, il figlio amato che, invece, gli resta accanto fino alla morte.

Se è vero che sono pochi quelli che stanno veramente vicino a Saul prendendosi a cuore il dramma interiore che sta vivendo, sono molti invece coloro che gli ruotano attorno per trarne qualche beneficio. Sono proprio costoro che informano Saul degli spostamenti di Davide e lo invogliano a dargli la caccia.

Così, Saul va avanti nel suo ostinato inseguimento di Davide e lo fa con cattiveria, reagendo senza alcuna misericordia con quanti si oppongono al suo operato e favoriscono il nascondimento di Davide. Proprio per questa ragione arriva a mettere in atto una strage sacrilega con la quale uccide i sacerdoti di Nob, rei di avere dato ingenuamente ospitalità a Davide (1 Sam 21,1-10; 22,11-19).

Intanto, però, il pericolo di incursioni predatrici e distruttive da parte dei Filistei è alle porte e a questo punto inizia il dramma finale di questo re.

Il testo biblico nel riferire gli avvenimenti della notte che precede l’ultima battaglia riesce a dare alla solitudine di Saul e alla tristezza sconfinata che invadono il suo cuore una grandezza epica capace di far “nascere in noi un’immensa simpatia per questo Messia abbandonato dal Signore e dagli uomini” (Prendi il libro, p. 126).

Per inquadrare meglio questo scorcio finale della vita di Saul è conveniente richiamare in sintesi la sequenza degli ultimi avvenimenti.

Il profeta Samuele è morto ed è stato sepolto in Rama (Cfr. 1 Sam 25,1); per gli Israeliti si profila ormai il pericolo di uno scontro diretto con i Filistei; Saul da parte sua, in questa situazione, non sa quale strategia sia meglio adottare per difendersi.

Nella solitudine disperata in cui viene a trovarsi opta per una soluzione estrema. Contraddicendo al divieto che egli stesso aveva emanato con il quale proibiva in Israele la prassi di evocare i morti per conoscere i disegni di Dio, decide di recarsi da una negromante che abitava in Endor che, nonostante il decreto del re, continuava a praticare la consultazione dei morti. Si traveste per non essere da lei riconosciuto e nella notte si mette in cammino.

Il racconto di questa vicenda notturna è carico di infinita tristezza e nello stesso tempo di vera pietà. Vale la pena che lo leggiamo per intero. Ma vedremo la prossima volta.

don Luigi Pedrini