Carissimi Parrocchiani,
abbiamo già avuto modo di documentare che la lettura storica dell’insediamento nella Terra Promessa da parte degli Israeliti fatta dal Libro dei Giudici è differente da quella del libro di Giosuè.
La settimana scorsa ricordavo un ulteriore elemento di diversità: mentre secondo il libro di Giosuè gli Israeliti si sono stabiliti nella Terra di Canaan tenendo fermamente le distanze dalle tradizioni delle popolazioni che vi abitavano, secondo il libro dei Giudici invece avrebbero ceduto a compromessi e talvolta sarebbero diventati persino succubi degli usi e dei costumi del luogo.
Come si spiegano due letture così diverse? Gli esegeti rispondo che i due libri sono stati scritti attingendo a due memorie storiche diverse che venivano entrambe tramandate dal popolo di Israele.
Da parte nostra, non abbiamo dal punto di vista storico elementi per prendere posizione a favore di un libro rispetto all’altro. Bisognerebbe conoscere meglio gli avvenimenti e, in particolare, la durata dell’arco di tempo che è stata necessaria agli Israeliti per inserirsi nella terra di Canaan. Non conoscendo per certo, dobbiamo andare per ipotesi. Tra queste mi sembra degna di nota quella offerta da Rossi de Gasperis. Scrive:
Probabilmente Israele è andato formandosi nel paese molto lentamente, in tempi e con modalità differenti. Alcuni gruppetti migrarono probabilmente in Canaan proveendo dall’Egitto. Con essi altri, esistenti già nel paese, si identificarono lentamente e progressivamente sotto il nome d’“Israele”, in virtù della coscienza riflessa di un destino comune, seganto da un’elezione e da un’allenaza particolare con il Dio YHWH. Dove è stato possibile l’evoluzione dell’insediamento […] si è svolt pacificamente. Dove, invece ha incontrato difficoltà, si è imposto con conflitti armati, regolato secondo i costumi dei luoghi e del tempo (Op. cit. p. 116).
Dunque, è molto probabile che le cose siano andate così. Ma a questo punto dobbiamo anche dirci che forse la preoccupazione di chiarire la cronaca degli avvenimenti non è alla fine la cosa più importante. Come annota ancora Rossi de Gasperis, più importante per noi è recepire la lezione di vita che gli Israeliti, nella loro lettura di fede, hanno tratto da quegli avvenimenti che hanno segnato la loro storia di popolo.
Ciò che questi libri vogliono donarci è proprio questo discernimento di fede sulla storia: la speranza che li anima è che questo insegnamento possa diventare per noi che leggiamo una luce per discernere nella storia di oggi il disegno che Dio, mediante il suo Spirito, va costruendo.
Don Luigi Pedrini