21 Agosto 2016

Carissimi Parrocchiani,

            dalla scorsa settimana ci siamo messi in ascolto dei testi nei quali si parla della morte di Mosè. Oltre a Dt 31,1-8, testo sul quale già ci siamo fermati, dobbiamo ricordare altri due testi: Dt 32,48-52 e Dt 34,1-7: il primo testo annuncia le modalità della morte di Mosè; il secondo riferisce il realizzarsi degli eventi annunciati.

 48In quello stesso giorno il Signore disse a Mosè: 49“Sali su questo monte degli Abarìm, sul monte Nebo, che è nella terra di Moab, di fronte a Gerico, e contempla la terra di Canaan, che io do in possesso agli Israeliti. 50Muori sul monte sul quale stai per salire e riunisciti ai tuoi antenati, come Aronne tuo fratello è morto sul monte Or ed è stato riunito ai suoi antenati, 51perché siete stati infedeli verso di me in mezzo agli Israeliti alle acque di Merìba di Kades, nel deserto di Sin, e non avete manifestato la mia santità in mezzo agli Israeliti. 52Tu vedrai la terra davanti a te, ma là, nella terra che io sto per dare agli Israeliti, tu non entrerai!”  (Dt 32,48-52).

 1Poi Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga, che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutta la terra: Gàlaad fino a Dan, 2tutto Nèftali, la terra di Èfraim e di Manasse, tutta la terra di Giuda fino al mare occidentale 3e il Negheb, il distretto della valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar. 4Il Signore gli disse: “Questa è la terra per la quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: «Io la darò alla tua discendenza». Te l’ho fatta vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!”.

5Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nella terra di Moab, secondo l’ordine del Signore. 6Fu sepolto nella valle, nella terra di Moab, di fronte a Bet-Peor. Nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. 7Mosè aveva centoventi anni quando morì. Gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno (Dt 34,1-7).

 Riguardo a questa testimonianza facciamo alcune sottolineature. Anzitutto, notiamo che Mosè muore in un contesto di solitudine. Non muore in mezzo al popolo, nella sua tenda. Muore, invece, in terra straniera e lontano dal suo popolo, da quel popolo per il quale ha dato interamente se stesso. Dunque, al termine della sua vita – una vita interamente consumata  nel servizio del suo popolo – gli viene chiesto di morire appartandosi dai suoi.

In secondo luogo notiamo che la sua morte avviene nel segno dell’obbedienza: Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l’ordine del Signore (Dt 34,5). Il Card. Martini nel suo commento afferma in modo lapidario: “Il Signore ha ordinato e lui è morto” e non manca di far notare che in tutta la Bibbia non si trova un fatto simile (Vita di Mosè, p. 112).

In terzo luogo, constatiamo che la morte di Mosè è segnata non solo dalla sofferenza fisica e psicologica propria del trapasso da questa vita, ma anche dalla sofferenza morale di doversi ritirare proprio quando la sua missione sta per giungere al suo coronamento, cioè all’entrata nella terra promessa. Quella terra che è stata la meta per la quale non ha esitato a dare una svolta alla sua vita egli può contemplarla solo da lontano: “Tu non entrerai” (Dt 32,52); “Tu non vi entrerai” (Dt 34,4).

Don Luigi Pedrini