Carissimi Parrocchiani,
riprendendo le fila della vicenda di Mosè dopo le feste pasquali, mi trattengo ancora sulla seconda fase della vita di Mosè – la sua permanenza nel deserto che va dalla fuga dall’Egitto fino all’episodio misterioso del roveto che brucia senza consumarsi – per mettere in luce anche in questo caso alcune prefigurazioni della vita di Gesù. In particolare, possiamo ricordare due parallelismi illuminanti sia la vita di Mosè, sia la vita di Gesù.
Il primo lo cogliamo tra la vita che Mosè trascorre a Madian (quarant’anni) dopo la ‘fiammata rivoluzionaria’ con cui pensava di cambiare la sorte del suo popolo e la vita ordinaria che Gesù trascorre a Nazaret dopo l’episodio folgorante del pellegrinaggio a Gerusalemme nel quale ha aperto uno squarcio sulla sua identità di Figlio di Dio: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio’” (Lc 2,49).
Mosé, dopo quella fiammata, si immerge nella vita ordinaria: si sposa, ha dei figli, si dedica al suo lavoro di pastore. In una parola, entra nella normalità della vita comune a tutti noi. Ugualmente Gesù, dopo l’episodio del pellegrinaggio a Gerusalemme conosce una vita di nascondimento, ritorna a Nazaret dove, sottomesso a Maria e a Giuseppe, vive in famiglia la sua vita come qualunque altro figlio.
Mosè esce dal nascondimento nel deserto nel momento in cui Dio gli si rivela sul monte Sinai e gli affida la missione di salvezza per il suo popolo; Gesù lascia il nascondimento di Nazaret nel momento in cui il Padre in occasione del Battesimo lo proclama pubblicamente come il Figlio amato: da quel momento intraprende la sua missione pubblica.
Così accade anche a noi. Se la nostra vita è stata riscattata dal grigiore di un cammino che procede a vuoto, senza meta, lo dobbiamo all’iniziativa di Dio che è venuto in cerca di noi e nel Battesimo, il nostro ‘Sinai’, ci ha coinvolto nel suo disegno di grazia. Da allora siamo entrati in una vita nuova, avvincente, sulle orme di Mosè, di Gesù…
Il secondo parallelismo lo cogliamo nel silenzio che caratterizza sia la seconda fase della vita di Mosè, sia gli anni che Gesù trascorre a Nazaret. Quale mistero! Nella vita di Mosè quarant’anni di deserto, di lontananza e di distacco dal popolo oppresso in Egitto, prima di iniziare la sua missione; nella vita di Gesù trent’anni di silenzio prima di quei tre anni di ministero che hanno cambiato per sempre la storia umana.
Tutto questo rivela il modo di agire proprio di Dio: nel suo disegno di grazia le cose maturano nel silenzio, nell’ombra. A un certo momento, però, la sua iniziativa si fa manifesta e, allora, tutto incomincia come nuovo, tutto sembra erompere improvviso. E in realtà, nulla è improvvisato. Accade come per il seme di frumento che matura in estate e, tuttavia, ha attraversato tutte le stagioni traendo beneficio dal vento, dalla pioggia, dal freddo, dal sole, dall’opera umana che ha lavorato per lui.
E così Dio fa con noi: davvero la sua opera nei nostri confronti – come è stata per Mosè e per Gesù – è partita da molto lontano…
Don Luigi Pedrini