17 Agosto 2014

San Leonardo Confessore (Linarolo), 17 Ago 2014

Carissimi Parrocchiani,

dopo aver contemplato il dinamismo interiore che traspare negli sguardi e nei gesti di Gesù e di Maria, contempliamo ora la bellezza che si irradia dalle loro vesti.

Osserviamo, anzitutto le vesti di Gesù. Egli indossa una tunica azzurra, per significare che il Figlio di Dio si è rivestito della nostra umanità. Essa è il corredo che Dio Padre ha voluto riservare al suo Figlio e sarà anche il dono prezioso che il Figlio farà al Padre: nella sua esistenza terrena non ha offerto – come spiega bene la Lettera agli Ebrei – “olocausti o sacrifici”, ma la propria vita in totale obbedienza al Padre: “Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,5-10). Oltre alla tunica, anche un ampio manto riveste Gesù. Scende dalla sua spalla, avvolge i fianchi e le gambe lasciando scoperti i piedi. Il suo colore è caldo, un arancio vivace, intarsiato di lamine d’oro: questo particolare vuole manifestare Gesù come il Messia, il re della storia, “tutto ammantato di gloria”, come si legge nel salmo 93,1. Sta assiso sul trono più nobile che è Maria stessa che lo tiene nelle sua braccia. Lo rimarca il famoso inno Akatisthos, affermando che “in Lei fu elevato il trono del Re: è una donna il trono più santo del trono dei cherubini, il seggio più bello del seggio dei serafini”.

Osserviamo, ora, le vesti di Maria rivelano la sua bellezza interiore e la sua dignità. Maria è avvolta in un mantello di porpora scura, il marphòrion, che era l’abito solenne delle imperatrici bizantine. Così, l’icona vuole evidenziare la regalità della Vergine in quanto Madre del Re dei re e nostra dolce Madre e Regina. Il mantello è ornato di una ricca bordatura dorata per significare lo splendore di grazia di cui è stata rivestita da Dio. La tinta del mantello, così simile alla terra, vuole ricordare che Maria “tutta santa” è della nostra stirpe, così che noi possiamo sentirla vicina, come sorella, come madre. Notiamo anche che sulla fronte e sulla  spalla destra brillano due delle tre stelle che adornano il mantello: rimandano al cuore verginale di Maria che si è reso interamente disponibile per il Signore. Il mantello, avvolgendo totalmente Maria nasconde la tunica che indossa. Lascia, però, intravedere il velo che avvolge il suo capo. Il colore di questo velo si avvicina molto a quello della tunica di Gesù per dire che tra Madre e Figlio c’è una profonda comunione di pensieri.

Ma ora è tempo di concludere questa descrizione dell’icona. Giunti al termine, penso che tutti noi ci siamo resi conto, non senza meraviglia, che nessun dettaglio è improvvisato. Ogni particolare lascia trasparire qualcosa della bellezza di Dio, la bellezza vera che sa conquistare il cuore dell’uomo, perché non insegua bellezze vacue, ma si incammini verso la vita vera e si salvi.

“Quale bellezza salverà il mondo?” chiede Ippolit, un uomo ateo, al principe Myskin nel romanzo L’idiota di Dostoevskij. L’icona nel suo silenzio muto e eloquente nello stesso tempo  offre una risposta inequivocabile. Possiamo esprimerla con le parole di sant’Agostino: è “la bellezza tanto antico e tanto nuova” che scaturisce dalla tenerezza di Dio e che ci raggiunge attraverso tante strade. Tra queste, Maria è certamente una delle strade maestre…

don Luigi Pedrini