San Leonardo Confessore (Linarolo), 27 Luglio 2014
Carissimi Parrocchiani,
dopo aver fatto alcune osservazioni circa lo sfondo dell’icona, ora rivolgiamo l’attenzione alle figure rappresentate: Maria e il Bambino Gesù. Per disporci a questo con uno spirito aperto e anche carico di attesa ci può aiutare quanto Georges Gherib, uno dei più noti studiosi di icone, ha scritto a proposito di questa immagine: “Davanti a questa icona si resta estasiati. Non si sa se ammirare di più l’intensità dei sentimenti espressi o la straordinaria fattura artistica. Va classificata come opera di profonda spiritualità e certamente uno dei dipinti più belli della Madonna che ci siano pervenuti”.
Osservando, anzitutto, i volti constatiamo la grande somiglianza tra la Madre e il Bambino. È un particolare significativo che vuole confermare la vera umanità di Gesù e la vera maternità di Maria. Annota al riguardo Teodoro Studita, un antico scrittore ecclesiastico: “Dato che Cristo è nato dal Padre invisibile, egli non può avere immagine… Ma dal momento che egli è nato da Madre visibile, egli ha naturalmente un’immagine che corrisponde a quella della Madre”.
Il volto di Maria è un ovale perfetto; il naso è allungato allo scopo di conferire al volto una maggiore finezza; la bocca è sottile e stretta, chiusa in un silenzio riverenziale nei confronti del Mistero di Dio presente nel Figlio che tiene tra le braccia. Gli occhi scuri sembrano protendersi verso l’infinito come per accogliere gli sguardi imploranti di chi guarda l’icona e offrire misericordia e perdono. Le orecchie sono visibili come segno di disponibilità ad ascoltare la Parola di Dio. La fronte è spaziosa a significare che Maria custodisce e medita tutto ciò che riguarda Gesù.
Il volto di Gesù non ha nulla di infantile e lascia trasparire la viva consapevolezza della missione che deve svolgere. Gli occhi sono rivolti alla Madre ed esprimono compassione e misericordia verso l’umanità che egli affiderà alla cura materna di Maria. Le labbra sono piccole, ormai pronte ad annunciare la perenne novità del Vangelo. Le orecchie, lasciate scoperte da una folta capigliatura, sono disponibili ad accogliere quanto il Padre gli dirà.
I volti raffigurati costituiscono il ‘cuore’ dell’icona e comprensibilmente se si considera che l’icona è nata, storicamente, per soddisfare il desiderio dell’uomo di vedere il volto di Dio. Gesù, in quanto immagine visibile del Dio invisibile, può soddisfare questo desiderio.
Da questo punto di vista, si può dire che l’icona è prima di tutto un volto da guardare e dal quale lasciarci guardare. Questo spiega perché essa valorizza normalmente la rappresentazione frontale dei personaggi, proprio perché mira ad intessere una sorta di dialogo tra la figura rappresentata e colui che la contempla.
La bellezza del volto della Vergine e del Bambino vuole essere un rimando alla bellezza originaria dell’uomo all’indomani della creazione: l’uomo che è dotato di un corpo esteriore e che, nello stesso tempo, è stato pensato per la comunione, l’intimità, la condivisione, la tenerezza.
Don Luigi Pedrini