San Leonardo Confessore (Linarolo), 20 Luglio 2014
Carissimi Parrocchiani,
rimaniamo ancora a contemplare lo sfondo dorato dell’icona per richiamare l’attenzione su due ultimi particolari.
Anzitutto, notiamo che il volto della Madre e del Figlio sono circondati dalle aureole e che quella del Figlio si sovrappone a quella della Madre.
L’aureola di Gesù sta a significare la sua natura divina e la vittoria che ha riportato sul male e sulla morte. Lo ricorda bene la Lettera agli Ebrei quando afferma che noi ora vediamo Gesù “coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti” (Eb 2,9).
L’aureola di Maria sta a significare la sua partecipazione alla vita divina grazie alla fede con cui ha accolto su di sé il disegno di Dio.
Possiamo notare anche un secondo particolare: molto vicino ai contorni delle aureole sono scritti i nomi delle figure rappresentate. In questo modo, a chi contempla l’icona è data la possibilità di sapere chi sono le persone che può incontrare e venerare proprio attraverso l’icona. L’identità delle due figure è svelata da due abbreviazioni in lingua greca: MP ΘÝ, la “Madre di Dio”; IΣ XΣ, Gesù Cristo.
Il nome di Gesù Cristo rimanda a Gesù di Nazaret che nella fede riconosciamo come Messia e Figlio di Dio che per amore nostro si è fatto uomo e ha dato sulla croce la sua vita per noi. Per questa ragione, all’interno dell’aureola, è disegnata una croce nella quale spesso gli iconografi scrivono il tetragramma del nome di Dio rivelato a suo tempo a Mosè: O ΩN, “Colui che è”. Il messaggio che l’icona vuol fare passare è evidente: il significato del nome misterioso con cui Dio si è rivelato a Mosè ora è reso manifesto da Gesù. Il velo che gravava su quel nome e che lo rendeva per noi un enigma, ora finalmente è tolto: Gesù è il rivelatore definitivo e compiuto del nome di Dio; in Lui, ci è dato di conoscere veramente Dio per quello che è.
Maria, invece, è designata con il nome di Madre di Dio: MP ΘÝ. Questo particolare si ritrova in tutte le icone della Vergine e può essere letto come “il silenzioso ed eloquente annuncio del grande e inaspettato mistero di tenerezza e di misericordia che si è realizzato in Maria di Nazareth” (Suor Nadiamaria Zambetti, op. cit., p. 33).
Don Luigi Pedrini