San Leonardo Confessore (Linarolo), 23 Giugno 2013
Carissimi Parrocchiani,
prima di seguire l’evolversi degli eventi della vicenda di Giuseppe, voglio ritornare con voi, con uno sguardo interrogativo, sulla sua sofferta esperienza: prima, la disillusione dell’onestà; poi, quella dell’amicizia.
Ci domandiamo: quale insegnamento vuole offrire la Parola di Dio con questi racconti? Mi sembra che possiamo rispondere così: il Signore, si serve spesso delle vicende della vita per purificare il nostro cuore.
Indubbiamente, ci sono esercizi di preghiera e di meditazione che ci aiutano guardare in noi stessi, a esaminarci, a tenere vivo un atteggiamento di discernimento e di continua conversione. Tuttavia, dobbiamo subito aggiungere che dai veri attaccamenti del cuore, dalle affezioni disordinate – di cui, talvolta, neppure ci rendiamo veramente conto – ci purifica e ci libera il Signore, servendosi, non di rado, proprio delle delusioni e delle prove.
Beati noi se comprendiamo questo; se davanti alle varie disillusioni della vita, siamo capaci di fermarci e di chiederci: perché Dio ha permesso questo? Che cosa vuole dirmi?
Interrogarsi è importante perché, diversamente, corriamo il rischio di diventare, con gli anni, davanti a qualche disillusione (può essere un’incomprensione, un torto subito, un’amicizia che ci ha delusi), scontenti di noi stessi e degli altri.
D’altra parte, è consolante sapere che, comunque, il Signore si serve di tutto e scrive diritto anche sulle nostre righe storte, così che niente vada perduto. La meta a cui Egli vuole condurci è di imparare a vivere il servizio nella Chiesa con cuore libero, grato, e gioioso.
Per arrivare a questo traguardo occorre – come ci ricorda la Parola di Dio – entrare nelle prove di Giuseppe. In questo modo scopriamo che le disillusioni permesse dal Signore non solo non dobbiamo leggerle come una dimenticanza da parte sua, ma, addirittura, possiamo viverle come il dono di una nuova potatura: una potatura necessaria, per far sì che il “sogno” che Dio ha su di noi possa procedere verso il suo compimento.
Don Luigi Pedrini